Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 (Industria 4.0), approvato nella Legge di Bilancio 2021, consiste in un investimento di circa 24 miliardi finalizzato a sostenere la ripresa economica e a dare stabilità alle imprese, accompagnandole nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale. 

Le parole del Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli:

Il nuovo Piano Nazionale 4.0 è il primo mattone su cui si fonda il Recovery Fund italiano

Per conoscere le ultime novità in tema di benefici previsti per gli investimenti 4.0 introdotti con la Legge di Bilancio 2023, leggi il nostro articolo:

Legge di Bilancio 2023: le novità per gli investimenti 4.0

Nuova durata delle misure del nuovo Piano Transizione 4.0

Il Piano prevede una nuova durata delle misure, un potenziamento di tutte le aliquote di detrazione e un importante anticipo dei tempi di fruizione. 

I nuovi crediti d’imposta inseriti nella legge di bilancio 2021 sono previsti per 2 anni, il 2021 e il 2022. 

La decorrenza della misura è anticipata al 16 novembre 2020. È confermata la possibilità, per i contratti di acquisto dei beni strumentali definiti entro il 31/12/2022, di beneficiare del credito con il solo versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo e consegna dei beni nei 6 mesi successivi (entro giugno 2023).

Anticipazione dei tempi di fruizione

Per gli investimenti in beni strumentali “ex super” e in beni immateriali non 4.0 effettuati nel 2021 da soggetti con ricavi o compensi minori di 5 milioni di euro (PMI), il credito d’imposta è fruibile in 1 anno. È ammessa inoltre, la compensazione immediata (dall’anno in corso) del credito relativo agli investimenti in beni strumentali. 

Per tutti i crediti d’imposta sui beni strumentali materiali, la fruizione dei crediti è ridotta a 3 anni (anziché in 5 anni).

Quali sono le agevolazioni previste dal nuovo Piano Transizione 4.0 inserito nella legge di bilancio 2021

Il Piano Transizione 4.0, confermato nella nuova legge di bilancio 2021, sostituisce il precedente Impresa 4.0 e le misure previste fino all’anno scorso, tra cui l’iperammortamento e superammortamento

Le agevolazioni previste dal nuovo Piano sono prevalentemente di natura fiscale e consistono nel credito d’imposta per gli investimenti in:

  • Beni materiali e immateriali non 4.0: l’aliquota di ammortamento viene portata al 10%, con un massimale di 2 milioni di euro per i beni materiali. Il credito d’imposta associato agli investimenti effettuati nel 2021 in strumenti e dispositivi tecnologici finalizzati all’implementazione di forme di lavoro agile (Smart Working 4.0), è del 15%. Dal 2022 l’aliquota di ammortamento è, invece, del 6%. In relazione ai beni immateriali non 4.0, si prevede un ammortamento con aliquota del 10% e massimale di 1 milione di euro, fino a dicembre 2021, ed una aliquota del 6% dal 2022 e fino al giugno 2023.
  • Beni materiali 4.0: gli scaglioni previsti per gli investimenti in beni materiali 4.0 sono rispettivamente di 2,5 milioni con aliquota al 50% nel 2021 e 40% nel 2022; dai 2,5 milioni ai 10 milioni con aliquota del 30% nel 2021, e 20% nel 2022; dai 10 ai 20 milioni con aliquota, del 10% nel 2021 e 2022. In molti casi di acquisto di beni materiali 4.0 ci sarà bisogno di una relazione tecnica e/o perizia asseverata.
  • Beni immateriali 4.0: il credito d’imposta associato a tali beni (inclusi Software 4.0), per l’intero biennio di proroga del piano, si eleva al 20%, con un massimale che passa da 700 mila euro a 1 milione di euro. L’aliquota è prevista per tutto il biennio 2021-2022.
  • Investimenti in Ricerca & Sviluppo, Innovazione, Design e Green: per gli investimenti in ricerca e sviluppo il credito d’imposta riconosciuto passa dal 12% al 20%, con massimale da 3 milioni a  4 milioni di euro; per gli investimenti in innovazione tecnologica,  design e ideazione estetica il credito d’imposta riconosciuto è del 10% con massimale di 2 milioni di euro; per gli investimenti in innovazione tecnologica finalizzati alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi allo scopo di ottenere una transizione ecologica (Green) e digitale, il credito d’imposta riconosciuto è del 15% con massimale di 2 milioni di euro.
  • Credito d’imposta Formazione 4.0: si consente all’impresa di utilizzare il nuovo Credito d’imposta Formazione 4.0 per le spese sostenute in formazione dei dipendenti e degli imprenditori nell’ambito del biennio interessato dalle nuove misure (2021 e 2022). 

Formazione 4.0

A chi è rivolto il nuovo Piano Transizione 4.0

Ai sensi dell’art. 185 della Legge di Bilancio 2021, il Piano Transizione 4.0 “si rivolge a tutte le imprese residenti in Italia, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa, che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022.”

E’ prevista una proroga di sei mesi, ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. 

Crediti d’imposta Transizione 4.0: casi di esclusione 

I crediti d’imposta, come riportato nella Legge di Bilancio 2021, articolo 185 (comma 2), non spettano alle imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale o sottoposte ad altra procedura concorsuale o che abbiano in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni. Sono, inoltre, escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231.  Per le imprese ammesse al credito d’imposta, la fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro applicabili in ciascun settore e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

 

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