Da quando siamo entrati nell’era della rivoluzione digitale, iniziata ormai 20 anni fa, nuove terminologie sono state coniate. Siamo stati inondati da parole nuove e non è affatto difficile perdersi nei significati di termini come Blockchain, IoT, Big Data e altri ancora.

Nel tempo abbiamo dedicato un articolo a ciascuno di questi, ma oggi vogliamo fare chiarezza su due termini spesso confusi tra loro perché considerati erroneamente sinonimi: digitalizzazione e trasformazione digitale.

Partiamo col dire che la digitalizzazione è sicuramente il punto di partenza affinché si possa compiere il completo processo della trasformazione digitale.

Ma spieghiamoci meglio…

Prendere i processi esistenti e digitalizzarli è un primo passo che però di per sé non implica una trasformazione, che invece è un obiettivo di più ampia definizione. Lo sanno bene gli imprenditori che, nel tentativo di trasformare la propria azienda, hanno creduto che fosse sufficiente introdurre nuove tecnologie per renderla digitale.

La trasformazione digitale è ben altra cosa, perché implica il riposizionamento strategico della propria attività nell’economia digitale, in cui la digitalizzazione è comunque uno dei passi da compiere. In pratica, se la digitalizzazione prevede l’utilizzo di tecnologie digitali per ottimizzare i processi aziendali, la trasformazione digitale è un vero e proprio percorso di evoluzione aziendale.

Ci fornisce una visione più precisa al riguardo, la definizione di digital transformation di The Agile Elephant:

La digital trasformation è un cambiamento di leadership, implica un nuovo modo di pensare, nuovi modelli di business e un maggiore uso della tecnologia per migliorare l’esperienza dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori, dei partner e di tutti gli stakeholder.

 Perché è così importante la trasformazione digitale per un’azienda?

Il vantaggio più immediato della trasformazione digitale risiede nell’aumento dell’efficienza.

L’aumento dell’efficienza aziendale porta automaticamente con sé una serie di risultati:

  • ottimizzazione dei processi
  • migliore impiego delle risorse
  • diminuzione dei costi
  • resilienza
  • vantaggio competitivo sul mercato
  • possibilità di esplorare altre opportunità ed espandere il proprio business

Come si posizionano le imprese italiane in termini di trasformazione digitale

Secondo il Report Istat, in Italia la trasformazione digitale interessa per lo più le grandi imprese, nelle quali è maggiormente diffusa una combinazione più complessa che conta almeno nove tecnologie: connessione a Internet, cloud, software (MES, ERP, CRM), uso dei social media e dei device intelligenti (IoT).

È solo tra le imprese con almeno 50 addetti che tra i primi quattro modelli tecnologici più utilizzati è inclusa anche l’adozione dei software gestionali. La presenza di IoT e di vendite online almeno pari all’1% dei ricavi totali si riscontra invece solo nelle imprese con almeno 250 addetti.  Il cloud di livello medio-alto è un’attività scelta anche dalle piccole imprese, a conferma della grande diffusione di questa tipologia di servizi registrata negli ultimi anni.

Infine, le attività relative alle innovazioni tecnologiche più avanzate, quali Internet of Things e Intelligenza artificiale, ricorrono tra le prime quattro combinazioni solo tra le imprese che hanno già adottato altre attività di base e quindi sono connesse soprattutto a gradi di digitalizzazione alti e molto alti delle imprese di maggiore dimensione.

L’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi) monitora l’evoluzione delle prestazioni negli Stati membri dell’Ue e i risultati delle politiche nazionali. L’indicatore sulla digitalizzazione di base delle PMI italiane, colloca le realtà italiane al 10° posto della graduatoria europea, davanti a Germania e Francia. In generale, però, l’80% delle imprese con almeno 10 addetti si colloca a un livello basso o molto basso d’adozione dell’ICT.

L’importanza di una strategia definita per la trasformazione digitale

Digitale

Il successo di un progetto di trasformazione digitale è decretato dalla capacità di saper pianificare e mettere in campo una dettagliata e ponderata strategia, che non lasci nulla al caso o all’approssimazione.

Serve quindi una metodologia integrata per gestire il cambiamento come un’opportunità. Ogni azienda poggia su tre pilastri fondamentali quali persone, processi e infrastruttura tecnologica, ciascuno dei quali deve essere analizzato singolarmente ed in relazione agli altri.

I 4 step per la trasformazione digitale

1. Identificare

L’obiettivo dello step 1 è analizzare i tre pilastri per avere un’idea chiara in merito a:

  • competenze e motivazioni delle persone
  • organizzazione dei processi
  • stato degli asset sia software che hardware

Durante questa fase è bene analizzare anche i costi della non ristrutturazione. In buona sostanza si tratta di analizzare quantitativamente l’inefficienza del processo produttivo causata dell’obsolescenza in cui versano i tre pilastri fondamentali e valutare le opportunità che l’impresa non è in grado di cogliere allo stato attuale.

2. Innovare

È in questa fase che si definisce la strategia di innovazione. Si tratta di un momento cruciale perché è proprio in questa fase che si individuano gli obiettivi del progetto di ristrutturazione. Lo sviluppo della strategia di innovazione dovrà essere fatto soprattutto considerando le caratteristiche che regolano la competizione nel settore di riferimento. Bisognerà domandarsi come operano i concorrenti e come la tecnologia può supportare l’organizzazione per migliorare la competitività.

3. Integrare

Nello step 3 si entra nella fase operativa in cui si identificano gli interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nella fase precedente, definendo un vero e proprio piano di Ristrutturazione IT organizzato secondo i migliori standard di project management (PMI, PRINCE2, SCRUM). Il piano di norma include azioni che impattano sulle persone (formazione, coaching, team building, recruiting di nuovo personale IT, ecc.), sui processi (riorganizzazione dei processi in ottica lean, individuazione sacche di inefficienza, ecc.) e attività di sviluppo e ammodernamento dell’infrastruttura tecnologica (sviluppo software, attività sull’hardware, selezione ed integrazione tecnologie di mercato, ecc.).

4. Implementare

Nella quarta ed ultima fase si hanno tutte le informazioni necessarie per avviare i lavori: è quindi il momento di implementare.  In questa fase entrano in gioco sviluppatori, analisti e system integrator.

Ove occorra, può essere sensato chiedere il parere di consulenti esterni in grado di comprendere le specifiche esigenze dell’azienda e tradurle in un piano di trasformazione digitale ad hoc. Ci sono casi in cui, per risolvere le inefficienze emerse in fase di analisi, è sufficiente implementare funzionalità di base e casi in cui emerge la necessità di dotarsi di applicazioni più articolate e sviluppate ad hoc, o ancora sistemi gestionali che possano integrarsi con quelli preesistenti.

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