In linea con lo scenario internazionale, il mercato digitale italiano è in forte crescita grazie soprattutto all’impulso proveniente dagli investimenti diretti alla trasformazione digitale.

L’Intelligenza Artificiale ha avuto il ruolo di driver tecnologico nel processo di Transizione 4.0: come i principali Digital Enabler, è una tecnologia trasversale ai comparti merceologici dell’ICT (Information and Communication Technology).

Abbiamo già parlato della tecnologia dell’Intelligenza Artificiale in un articolo dedicato; in questo articolo parleremo invece della situazione attuale del mercato AI (Artificial Intelligence), delle prospettive future e dei principali benefici che l’applicazione di tale tecnologia è in grado di assicurare.

Il mercato AI in Italia: le attuali applicazioni della tecnologia

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È in forte crescita l’ecosistema italiano AI, caratterizzato da quattro categorie di attori:

  • la comunità scientifica, che comprende tutte le attività di ricerca e istruzione
  • i centri di trasferimento tecnologico, che offrono servizi come campagne informative, valutazione tecnologica e pianificazione strategica
  • le imprese che offrono prodotti e soluzioni che incorporano la tecnologia
  • le organizzazioni private e pubbliche in qualità di utilizzatori

Secondo la Ricerca 2021/2022 dell’Osservatorio Artificial Intelligence, il mercato AI in Italia è cresciuto del 27% nel 2021, raggiungendo il valore di 380 milioni di euro; parliamo di cifre quasi raddoppiate se confrontate con i dati del 2019.

Nel dettaglio, il 35% del mercato AI italiano riguarda progetti di Intelligent Data Processing, ossia algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati in un processo decisionale. In tale ambito si è registrata una crescita del 32% rispetto al 2020.

A seguire, il 17,5% del mercato AI italiano riguarda progetti di Natural Language Processing, ossia soluzioni per l’interpretazione del linguaggio naturale, con una crescita del 24% rispetto al 2020.

La tecnologia trova ampia applicazione anche nell’ambito di progetti di tipo “Recommendation System”. Parliamo di sistemi (software) capaci di filtrare i contenuti, inviando all’utente suggerimenti personalizzati per aiutarlo nell’assumere decisioni. I sistemi di raccomandazione sono spesso usati dai siti di e-commerce per fornire al visitatore suggerimenti su prodotti che potrebbero interessargli o che non ha ancora visto. Tali soluzioni incidono sul mercato italiano per il 16% con una crescita del 20% rispetto al 2020.

Ulteriori crescite sono state registrate per progetti di Chatbot e Virtual Assistant (+34%) ossia per quei sistemi in grado di simulare una comunicazione basandosi su schemi logici preimpostati di domanda/risposta.

Le soluzioni di Computer Vision sono invece focalizzate sull’analizzare il contenuto di un’immagine e trovano applicazione in contesti diversificati, tra cui, ad esempio, il monitoraggio di una linea di produzione. Per questa voce gli investimenti raggiungono l’11%, con un tasso di crescita del 41%.

Infine, il 10% del mercato AI italiano riguarda soluzioni di Intelligent Robotic Process Automation, in grado di automatizzare e governare talune attività e fasi di un progetto.

Le grandi imprese si sono mostrate significativamente più virtuose rispetto alle PMI: il 59% delle grandi organizzazioni ha avviato almeno una iniziativa di AI. Di contro, solo il 6% delle PMI si è avvicinata alla tecnologia, di queste, il 4% ha avviato semplici sperimentazioni e solo il restante 2% ha avviato progetti a regime.

Previsioni del mercato AI per il triennio 2022-2024

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Anitec-Assinform, l’Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology (ICT) aderente a Confindustria, prevede un forte impulso dal mercato AI nei prossimi anni, stimandone una crescita media annua del 22% nel triennio 2022-2024.

Si estende anche il contesto applicativo in cui saranno implementati gli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale. Sono ottimistiche le stime sulle future applicazioni a supporto dell’ottimizzazione del processo produttivo, ma anche a sostegno delle strategie di marketing, del customer service e della business intelligence.

Tuttavia, l’ecosistema dell’Artificial Intelligence italiano possiede un grande potenziale non ancora pienamente espresso, a favore del quale il Governo Italiano ha adottato il Programma strategico Intelligenza Artificiale 2022-2024 realizzato in collaborazione con il Gruppo di Lavoro sulla Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificiale.

Si tratta di 24 politiche per il consolidamento delle tecnologie di Intelligenza Artificiale mirate a rafforzare le competenze, aumentare i finanziamenti per la ricerca avanzata e incentivare l’adozione della nuova tecnologia.

Nello specifico, per le aziende si prevede di:

  • introdurre crediti d’imposta o voucher per l’assunzione di profili con conoscenze in ambito scientifico-tecnologico (STEM)
  • rimodulare le spese software e hardware ammissibili agli incentivi a supporto della Transizione 4.0
  • migliorare la protezione intellettuale delle soluzioni AI
  • sostenere la crescita di spin-off innovativi e offrire alle start-up appalti pubblici per l’acquisto di beni e servizi, con l’obiettivo di aumentare del 30% rispetto al 2021 il numero di start-up operanti nel settore dell’Intelligenza Artificiale e di migliorarne i ricavi medi del 50% nel mercato domestico e del 30% nell’export
  • promuovere il go-to-market delle tecnologie AI tramite Sperimentazione Italia, la piattaforma web nata con l’obiettivo di scovare in modo veloce le idee innovative italiane più promettenti e dare loro la possibilità di essere sperimentate senza ostacoli, attraverso un’esenzione temporanea dalla normativa vigente prima della loro eventuale introduzione sul mercato
  • definire un sistema di governance nazionale a supporto della certificazione di nuovi prodotti di AI
  • organizzare campagne di sensibilizzazione per diffondere le informazioni sull’AI tra le imprese (come rischi e obblighi normativi per la commercializzazione di prodotti e servizi) attraverso un’azione coordinata con le associazioni di categoria, i Competence Center e i Digital Innovation Hub.

AI e welfare aziendale

L’Intelligenza Artificiale può definire benefici anche in termini di welfare aziendale, per aspetti che vanno dalla scelta del personale alla cultura organizzativa aziendale.

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L’AI per le attività di recruiting

Potendo usufruire di un’AI eccellente nel riconoscere, comprendere e prevedere, le macchine potrebbero supportare il processo di selezione del personale, pur rimanendo questo un ruolo incentrato sull’uomo.

Le macchine rappresenterebbero un valido supporto nel riconoscimento delle soft skill del candidato, quale parametro essenziale per poter valutare l’affinità candidato-ruolo. L’Intelligenza artificiale permetterebbe quindi di superare i limiti dei tradizionali canali di raccolta dei dati per il reclutamento, come curriculum e lettere di presentazione, dai quali traspaiono difficilmente le competenze trasversali.

Secondo uno studio di Oracle, l’83% dei lavoratori intervistati ritiene che le tecnologie AI diano un chiaro contributo per le scelte di carriera. In quanto scevre da pregiudizi, le tecnologie AI aiuterebbero a trovare nuove posizioni lavorative pienamente in linea con le competenze possedute.

L’AI ci farà perdere posti di lavoro?

Verrebbe spontaneo chiedersi se la creazione di macchine simili all’uomo possa ridurre la disponibilità di posti di lavoro.

Storicamente e in generale, la tecnologia ha creato più posti di lavoro di quanti ne abbia distrutti: si pensi alla nascita di nuove figure professionali oppure alle accresciute capacità d’investimento delle aziende, grazie alla riduzione dei costi operativi che la digitalizzazione comporta.

Secondo lo studio di Capgemini “Turning AI into concrete value: the successful implementers’ toolkit”, quattro dirigenti su cinque affermano che l’AI ha creato nuovi ruoli, tra cui manager, direttori, C-suite, coordinatori e staff member.

AI e clima aziendale

Intendendo con welfare aziendale un tentativo di risposta ai bisogni dei dipendenti, tra questi c’è sicuramente l’umore e la motivazione.

In un recente report intitolato “The Cultural Benefits of Artificial Intelligence in the Enterprise”, la Boston Consulting Group e la MIT Sloan Management Review, hanno sintetizzato i risultati di un’indagine globale. Dai dati rilevati si evince la simbiosi che esiste tra cultura aziendale e applicazioni AI.

Sono particolarmente interessanti gli effetti positivi riscontrati sul welfare aziendale soprattutto in termini di apprendimento collettivo e chiarezza di ruoli, con conseguente maggiore consapevolezza. Ulteriori benefici sono stati riscontrati anche in termini di team building e innalzamento del morale.

La maggioranza delle realtà industriali crede fermamente che l’AI aumenti i profitti e faciliti l’esecuzione di lavori complessi e considera possibile la collaborazione tra l’uomo e le macchine intelligenti. Sotto il profilo dei benefici culturali, la tecnologia AI rappresenta una risorsa strategica che aggiungere il suo contributo nella costruzione di una economia basata sulle nuove tecnologie.