La Commissione europea ha dichiarato il via libera al Pnrr italiano, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che entro luglio farà giungere nelle casse dello Stato 24,9 miliardi di euro a titolo di anticipo. Il totale delle risorse che l’Italia riceverà dall’UE entro il 2026 e che investirà per lo sviluppo dell’economia e la crescita della competitività è di 191,5 miliardi di euro.

La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è stata in visita a Roma per formalizzare l’approvazione del Pnrr italiano. Il Piano è stato promosso a pieni voti in quanto perfettamente aderente alle linee guida e agli obiettivi definiti dall’UE.

“E’ una giornata di orgoglio per il nostro paese. La visita della Presidente della Commissione Ue segna il via libera al Pnrr italiano. Abbiamo messo a punto un piano per rendere il nostro paese più giusto, più competitivo e più sostenibile nella sua crescita”.

Queste le parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza congiunta con la Presidente della Commissione europea, tenutasi a Roma.

Tra le sei missioni in cui si articola il Pnrr, per la digitalizzazione e l’innovazione, l’Italia destinerà il 25% delle risorse (47,5 miliardi di euro), mentre la voce di spesa più consistente è rappresentata dalla “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. Infatti, ben 59,47 miliardi di euro saranno investiti in progetti a sostegno dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale.

Pnrr: al via gli investimenti per il digitale

I PROGETTI DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO PREVISTI NEL PNRR

All’interno del Pnrr, il Ministero dello sviluppo economico ha inserito un insieme di progetti che puntano a rafforzare la crescita del Paese e a sostenere la competitività delle imprese italiane, favorendo investimenti per la digitalizzazione, l’innovazione, la formazione e la ricerca.

L’obiettivo è porre le basi per uno sviluppo duraturo e sostenibile dell’economia italiana. L’esecuzione dei progetti sarà rapida grazie alla semplificazione degli strumenti.

I progetti di riforma del Mise, racchiusi nella missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, mirano all’innovazione in chiave digitale, attraverso l’infrastrutturazione del Paese e la trasformazione in ottica 4.0 dei processi produttivi delle imprese. Confermati, dunque, anche per i prossimi anni gli incentivi previsti per la Transizione 4.0, misura di punta per sostenere la vocazione innovativa delle imprese Made in Italy.

Sono quattro le linee di intervento promosse dal Mise, alcune di esse, gestite insieme al Ministero dell’innovazione e della transizione digitale e alla Presidenza del Consiglio:

  • Transizione 4.0 – investimento previsto pari a 18,46 miliardi;
  • Banda Larga, 5G e connessioni veloci – investimento previsto pari a 6,71 miliardi;
  • Tecnologie satellitari ed economia spaziale – investimento previsto pari a 2,29 miliardi;
  • Politiche industriali di filiera – investimento previsto pari a 780 milioni.

I progetti di investimento includono anche la riforma sulla proprietà industriale per rafforzare la validità degli strumenti di protezione e valorizzazione della proprietà industriale.

Gli obiettivi e le iniziative che mirano allo sviluppo del settore digitale inserite nel Pnrr, sono stati racchiusi in un unico grande progetto chiamato “Italia Digitale 2026”.

L’ambizioso progetto vede l’Italia nel gruppo di testa tra i paesi UE più digitalizzati entro il 2026.

Per fare ciò, sarà necessario soddisfare cinque ambiziosi obiettivi:

  1. diffondere l’identità digitale, assicurando che venga utilizzata almeno dal 70% della popolazione;
  2. colmare il gap di competenze digitali, con almeno il 70% della popolazione digitalmente abile;
  3. portare circa il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi in cloud;
  4. raggiungere almeno l’80% dei servizi pubblici essenziali erogati in modalità online;
  5. raggiungere il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga.

Obiettivi pienamente in linea con le prospettive del NextGenerationEU.

Nell’arco dei prossimi anni, saranno garantite, infatti, in tutta Europa le connessioni con la rete 5G e a banda larga ultraveloce. I cittadini europei avranno un’identità digitale (e-ID), che renderà più semplice l’accesso ai servizi pubblici online e assicurerà un maggiore controllo dei dati personali. Le città diventeranno più intelligenti, gli acquisti online più sicuri e l’intelligenza artificiale ci aiuterà a combattere i cambiamenti climatici e a migliorare l’assistenza sanitaria, i trasporti e l’istruzione.

La tecnologia guiderà il futuro: i prossimi 10 anni saranno il decennio digitale dell’Europa!