Fonte immagine: governo.it (CC-BY-NC-SA 3.0 IT)

Nell’articolo “PNRR: al via gli investimenti per il digitale” vi abbiamo parlato nel dettaglio degli obiettivi per lo sviluppo dell’economia e la crescita della competitività che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si propone di raggiungere entro il 2026 attraverso l’impiego delle risorse europee.

Negli scorsi giorni, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha dichiarato con grande orgoglio il raggiungimento dei 51 obiettivi previsti per il 2021 concordati con la Commissione Europea e fissati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Firmati anche gli Operational Arrangements, atti formali con i quali sono definiti i meccanismi di verifica periodica, validi fino al 2026, per il monitoraggio degli obiettivi (Milestone e Target) necessari per il riconoscimento delle rate di rimborso semestrali delle risorse PNRR in favore dell’Italia.

“Sono soddisfatto per il traguardo raggiunto dal Mise sugli obiettivi stabiliti dal PNRR per il 2021. Abbiamo lavorato con l’obiettivo di porre le basi strutturali per determinare nei prossimi anni una crescita stabile e duratura dell’economia del Paese attraverso riforme e investimenti strategici”, dichiara il ministro Giancarlo Giorgetti.

“È un segnale importante che mandiamo certamente ai partner europei e ai mercati ma soprattutto alle realtà imprenditoriali, ai professionisti e lavoratori del nostro sistema produttivo che dimostra la serietà e competenza del percorso avviato con il governo Draghi. Dobbiamo però aver ben chiaro – conclude Giorgetti – che si tratta di un primo passo che dovrà continuare ad essere difeso, implementato e rafforzato con lo stesso vigore fino al 2026”.

Tra gli obiettivi più importanti raggiunti dal governo, la concessione del credito d’imposta Transizione 4.0 che punta sull’adozione delle nuove tecnologie abilitanti per favorire la crescita della competitività delle imprese italiane, nonché  750 milioni destinati alle filiere produttive e 400 milioni per lo slancio dell’imprenditoria femminile.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

L’efficacia dell’azione del governo nel raggiungere gli obiettivi concordati con la Commissione Europea, oltre che a rappresentare un tangibile passo verso la ripresa dell’economia, legittima l’Italia a ricevere il pagamento della prima rata dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dal valore di 24,1 miliardi di euro.

I dati sul credito d’imposta 4.0

Nel dossier pubblicato nel novembre 2021 sull’analisi dei provvedimenti fiscali per le imprese, l’Istat presenta una valutazione ex-ante degli effetti distributivi dei crediti di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi per il 2022 e un’analisi ex-post, basata sulle dichiarazioni fiscali per il periodo d’imposta 2019.

Nel 2019, il 4,7% delle imprese ha beneficiato dell’iper-ammortamento. Il beneficio ha interessato prevalentemente le imprese dell’industria in senso stretto per il 79,5% delle risorse complessive e, in particolare, quelle a intensità tecnologica medio-bassa. Interessante notare che la percentuale dei beneficiari cresce all’aumentare della dimensione dell’impresa in termini di addetti.

Per il 2022 si stima che più della metà delle imprese (con esattezza il 52,8%) beneficerà dell’ex maxiammortamento per beni materiali “tradizionali”, mentre una quota compresa tra il 2% e il 3% avrà accesso al credito d’imposta per beni materiali e immateriali di natura 4.0.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Anche in questo caso, la quota di imprese beneficiarie dei crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi materiali e immateriali è stimata in crescita all’aumentare della dimensione dell’impresa, passando dal 60% (per le imprese con 1-9 addetti) a quasi il 94% (per le imprese con più di 500 addetti). Le imprese beneficiarie si concentrano in modo particolare nella manifattura (76,1%), soprattutto a media intensità tecnologica. La quota di imprese beneficiarie nel settore dei servizi mostra invece una polarizzazione, con valori più elevati per quelle ad alta intensità di conoscenza (63,2%) e a bassa intensità (61,2%).

Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinate alle imprese

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

I contratti di sviluppo

Tra le priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il sostegno della competitività delle filiere industriali strategiche del Paese.

L’obiettivo è di realizzare almeno 40 nuovi progetti d’investimento su tutto il territorio nazionale attraverso lo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo. I settori obiettivo sono: automotive, microelettronica e semiconduttori, metallo ed elettromeccanica, chimico-farmaceutico, turismo, design, moda e arredo, agroindustria e tutela ambientale.

Il ministro Giorgetti ha disposto che la dotazione finanziaria dei Contratti di sviluppo, già pari a 450 milioni di euro sulla base dello stanziamento previsto dalla Legge di Bilancio 2022, venga ulteriormente integrata con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Sono ad oggi disponibili 750 milioni di euro per progetti d’investimento legati alla digitalizzazione, innovazione e competitività delle filiere del made in Italy e 1 miliardo di euro per rafforzare gli investimenti, anche in ricerca e innovazione, sulle principali filiere della transizione ecologica, favorendo anche i processi di riconversione industriale.

Ridurre il digital divide del sistema produttivo

609 milioni di euro sono invece destinati al raggiungimento di un ulteriore obiettivo del PNRR, quale la digitalizzazione del tessuto produttivo italiano mediante la diffusione della connessione ad alta velocità.

L’incentivo è erogato alle imprese sotto forma di voucher di importo e durata variabili sulla base di specifici parametri definiti.

I provvedimenti introdotti puntano a sostenere le imprese del tessuto produttivo italiano nel processo di transizione tecnologica e digitale, necessario per promuovere la competitività sui mercati internazionali e sostenere la crescita dell’economia nazionale.